Storia delle Chiese di Pisciotta
Storia delle Chiese di Pisciotta

Storia delle Chiese di Pisciotta

In questo articolo approfondiremo alcuni aspetti riguardo la storia delle Chiese di Pisciotta. A tale scopo ci riferiamo ad alcuni storici che hanno approfondito alcune località cilentane.

E dunque … il Ferrino riferisce che alla Pantana nel 1033 esisteva un piccolo monastero con la Chiesa di Santa Caterina Greca.

Per quanto si riferisce alla storia della Chiesa Madre di Pisciotta, è necessario ricordare che quella attuale sorge su altre due, di epoche precedenti, costruita con fondi della Corona direttamente. Fatto questo assolutamente singolare. Infatti va messo in relazione alla presenza di un precettore dei figli del Sovrano che aveva larga considerazione a Corte. E che, oltre a solleci­tare la realizzazione di una Chiesa architettonicamente di rilievo, pensò di arricchirla con statue. Vale a dire Madonna della Grazie, Santi Pietro e Paolo, tutte statue provenienti dalle cappelle reali!

Storia delle Chiese di Pisciotta? Vediamo qualche altro cenno. Dalle visite pastorali dei Vescovi e dei Vicari si rilevano notizie interes­santi la conformazione delle cappelle e gli ampliamenti della Chiesa.

Da quella del 14 aprile 1583 effettuata da mons. Silvio Galasso, Vicario del Vescovo di Capaccio, Lorenzo Belo, in una chiesa che non è certamente quella di oggi. Il paese contava 200 famiglie e 600 abitanti, 7 sacerdoti e 2 diaconi. Il campanile era in costruzione. Egli parla di altari di “diritto patronato”, come quella di S. Caterina della famiglia de Grassis e quella dell’Assunzione dei fratelli G.B. e Mario de Longis. Poi quella della S.S. Trinità di Pietropaolo e Ferdinando Trama. E ancora l’altare della Madonna delle Grazie. La cappella del Presepe, nella cripta, l’altare del Salvatore e quello della Concezione. Il giudizio del visitatore sulle condizioni degli altari e delle cappelle è assolutamente negativo per un complesso di fattori. Così come viene rilevata la mancanza di finestre per la immissione di luce.

Condivide il punto di vista del clero di sostituire la vecchia sagrestia, piuttosto oscura con una nuova. Di cui viene scelto lo spazio da usare. Mons. Morello visita ancora il Paese nel 1602 e 1604. Ma nella visita del 19 aprile 1667 descrive la Chiesa nelle condizioni pressocché identiche a quelle della visita precedente. Eccezione fatta di una nuova cappella di proprietà della famiglia Del Giudice e quella di S. Caterina. Dov’è la sepoltura dei familiari de Grassis che viene dichiarata interdetta per la mancanza di lavori di restauro, prescritti dalla visita precedente.

Si parla anche della Cappella dei Tre Magi del patronato della famiglia Ciaccio cui si interdice la sepoltura, se non provvede entro sei mesi ai lavori e agli ornamenti necessari.

Nella visita del 6 gennaio 1716 si parla del cimitero, …”asserebatur, quod coemeterium in parte inferiore eiusdem loti aedificabitur“. Un cimitero ancora fuori dalla chiesa, e che solo più tardi, verso la fine del 1700, sarà incorporato in essa.

Si parla ancora della Cappella del Monte dei Morti che il Vescovo consente di trasferire nella chiesa in costruzione nel cimitero. E il trasferimento al suo posto della Cappella della Concezione del patronato della famiglia Mandina. Purché questa provveda per una immagine sacra di migliore fattura.

Mons. Francesco Nicolai riferisce in particolare, nella sua relazione, del campanile, delle due campane e anche dell’organo nuovo.

Mentre l’abate Romano il 17 novembre 1728, nella visita al paese relazionandone parla della Cappella di S.M. della Stella.

Allora il Clero era composto da 12 sacerdoti. Michele del Giudice, Domenico Apicella, Carraine Laurino, Giuseppe Cimbali. Tommaso Vetere, France­sco Percopo, Paolo Trani, Giuseppe del Giudice. Gennaro Guglielmelli, Domenico Sannello, Domenico Casato e Costantino Iannelli.

Con la visita del 20 febbraio 1731 di Mons. Odoardi, realizzata, però, di fatto dal vicario generale Mons. Rosario Riccio Pepoli, la Chiesa prende la titolazione di Chiesa Parrocchiale dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. Fu fatta allora una elencazione particolareggiata delle diverse cappelle. Da un lato quelle del Rosario, dell’Annunciazione, di S. Caterina, dell’Epifania. Dall’altro quelle dell’Addolorata, della Concezione, della SS Trinità e Assunzione, di S. Gaetano e del Corpo di Cristo. Anche l’altare Maggiore mutava veste. In particolare dai mattoni passava al marmo, elegantemente concepito. Il Clero era composto da 12 sacerdoti e 4 chierici.

Nel lasso di tempo tra il 1716 e il 1731 la Chiesa viene ricostruita e allungata. Infatti, la Cappella dell’Addolorata (delle Anime del Purgato­rio), prima staccata, da ora è invece incorporata tra l’Addolorata e la Chiesa. Con un raccordo in muratura che può essere ancora oggi rilevato. Altro lavoro di ampliamento e di rinnovo si è avuto dal 1731 al 1746. Periodo in cui, come si evince dalla relazione di Mons. Raimondi, la Chiesa fu allargata. Nello specifico con l’aggiunta di ambulacri laterali e relativa sistemazione di cappelle. Ai muri della navata principale vengono affiancati dei semi-pilastri e viene sistemato il presbitero con il coro. E si provvede anche a coprire “a botte” la Chiesa stessa.

Dalla visita, quindi, del 12 dicembre 1746, partendo Mons. Raimondi dal “cornu Evangelii” si cita quanto segue. Dopo la visita alle cappelle del Rosario, dell’Annunciazione e di S. Caterina. “Sequitur locus pro alia cappella costruenda qui est assignatus familiae de Ciaccio, cui fuit iniunctum, ut infra annum omnino curet fundationem, erectionem, praedictae cappellae erigendae ad ornamentum aecclesiae, sub paena privactions juris patronatus et loci assignati”.

Continuano i lavori di abbellimento. Mentre gli stucchi saranno completati verso la fine del secolo XVIII. Infatti gli altari delle cappelle laterali portano la data del 1788. E’ del 1716 il campanile che, più tardi, perde la parte più alta. Perché colpito da un fulmine.

Storia delle Chiese di Pisciotta, ma c’è ancora dell’altro da dire!

Le altre chiese di Pisciotta sono quasi tutte del 1700. Da quella della Madonna della Mercede, annessa alla Casa Lancillotti. Poi quella di S. Michele Arcangelo, per grazie legate alla prigionia in Africa ad opera di saraceni nel sec. XVII. E ancora la Cappella del Carmine. Nondimeno la Cappella della Madonna Assunta, creata nel ‘700 da una devota Saulle.

Poi ve n’è una alla Marina Lido, della stessa epoca, senza diritto d’asilo per decisione di Ferdinando IV. Inoltre sono da ricordarne una, al titolo di S. Sofia, nei pressi della Piazza. E questa ricorda nel nome la presenza dei monaci Basiliani nel territorio.

Inoltre quelle di S. Antonio e di S. Bernardino che erano collocate nei posti, dove avveniva l’inumazione di morti per peste e per colera.

Il Convento del 1552, in abbandono, per grossi pericoli di frane, fin dalla seconda metà dell’800, fu costruito nella zona da Ilaria di Lauria, sorella di Ruggero di Lauria.

Storia delle Chiese di Pisciotta. Un approfondimento reso possibile dagli scritti dell’intellettuale pisciottano Alessandro Pinto.

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