Storia di Camerota
Storia di Camerota

Storia di Camerota

La Storia di Camerota inizia su un colle, come tutte le città della Magna Grecia.

Il territorio comunale, oltre Camerota Capoluogo, ha 3 frazioni: Licusati, Lentiscosa e Marina di Camerota.

La storia di Camerota è legata ad una leggenda, quella di Palinuro e Kamarotòn. Lui il nocchiero della nave di Enea, lei la più seducente fanciulla di bordo. Palinuro si invaghì della ragazza, la quale non corrispose il suo amore. Venere, adirata, trasformò Kamarotòn in una desolata roccia. In greco antico Kamarotòn significa “volta”, “fatto a volta”. E si potrebbe riferire sia alle camere a volta delle abitazioni della cittadella, sia alle grotte naturali esistenti nella zona.

L’origine greca del nome porta a presumere che Camerata è stata fondata dai Greci nei secoli VIII o VII a.C. Quando colonizzarono il meridione d’Italia. La cittadella poi si sviluppò intorno ad un castello fortificato negli anni 535-553, cioè quando imperversava la guerra gotico-bizantina con l’afflusso di numerosi profughi.

Vi si accedeva attraverso tre porte: porta di Suso (unica attualmente ancora visibile), porta di S. Maria e porta di S. Nicola. Esse erano aperte, come narra la leggenda, ad orari stabiliti con tre chiavi d’argento. In seguito il paese vrenne occupato dai Saraceni dall’868 al 915.

Il castello di Camerota era nel 909 la seconda roccaforte del Cilento assieme ad Agropoli. Il castello marchesale fu uno dei 150 Munita Oppida. Con la dominazione angioina (1266-1442) vennero sostituiti nel possesso dei feudi gli antichi signori con cavalieri francesi.

Nel luglio 1552 una potente armata turca, comandata dal generale Rais Dragut assalì il castello danneggiandolo gravemente. Nello stesso anno il marchese Don Placido de Sangro ricostruì il castello e la torre “Laiella”.

Le incursioni marittime erano frequenti nella costa tirrenica, così la Regia Corte decise di fortificare tutte le coste del Regno con torri ben visibili l’una dall’altra. Le costruzioni iniziarono nel 1563 e vennero completate nel 1601. Quasi contemporaneamente alla costruzione delle torri venne fondato a Camerota il Convento dei Cappuccini.

Il 23 luglio 1647 avvenne a Camerota una sanguinosa rivolta di popolo contro il proprio feudatario Paolo Marchese II e contro la brutale legge dello ius primae noctis. L’occasione arrivò dalla rivoluzione di Masaniello a Napoli. Il 2 agosto 1806 il re Giuseppe Napoleone abolì la feudalità.

Nel 1828 scoppiò una sommossa in tutto il Regno alla quale parteciparono numerosi camerotani. La rivolta nel Cilento finì male, ma contribuì alla futura unità d’Italia.

Durante le guerre mondiali Camerota offrì un considerevole contributo di sangue.

La Frazione Lentiscosa è un agglomerato di case con esposizione prospiciente al mare che prende il nome dal lentisco, caratteristico arbusto della flora mediterranea. Le prime abitazioni sorsero intorno al corpo di guardia “Torre vedette”, comunicante con la torre maestra del castello marchesale, costruita ad opera di contadini camerotani.

La Frazione Licusati è situata in una vallata tra Monte Cuppa ed il Monte Bulgheria. Il toponimo è legato ad una tradizione che voleva i contadini abitanti del luogo divisi tra scapoli ed ammogliati: i primi dimoravano nell’abbazia di S. Pietro (Ordine Basiliano), i secondi (Li Accasati), da cui deriva iI nome Licusati, sulla parte opposta del ruscello Marabisi (dal greco Marabios, stazione di montagna). Altri insediamenti furono il Mandracchio (luogo abitato da mandriani) e l’Orcarelli (luogo abitati dai porcari)

La Frazione Marina Di Camerota sorse come villaggio di pescatori e si ampliò nell’800 con l’arrivo di gente dalle zone circostanti. È adagiata in un arco di costa fitta di ulivi di epoca saracena, incastonata tra due piccoli promontori sormontati da torri. Il centro del paese è la piazzetta della chiesa, lastricata in pietra. Al lato sud-orientale vi è un castello che appartenne un tempo al Marchese.

La storia di Camerota, mito e leggenda nel Cilento.

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