Vacanze a Futani
Vacanze a Futani

Vacanze a Futani

Il nome di Futani potrebbe derivare dal greco futon, chesignifica pianta, foresta, probabilmente per l’esistenza di fitti boschi che anticamente coprivano l’area sulla quale si trova attualmente Futani. Nel settecento, infatti, lo storico Antonini descrive:

poco più di mezzo miglio dal fiume Rubicante in una piccola valle è posto un piccolo casale chiamato Futani, provveduto di fertili terreni, ed ha quantità di querce.

L’origine di Futani si colloca intorno al XI secolo, quando nacque il primo nucleo chiamato dagli abitanti Vicolo di S. Antonio. Futani e le sue frazioni, Castinatelli

ed Eremiti, devono la loro origine all’opera dei monaci basiliani, la cui presenza in

loco è testimoniata dal Complesso Conventuale di Santa Cecilia.

I primi documenti, riguardanti il paese, risalgono al 1247 quando Futani viene citato in un atto notarile quale casale appartenente allo stato di Cuccaro Vetere. Nel 1806 Futani diventa Comune, grazie all’organizzazione amministrativa del territorio cilentano che volle mettere in atto Gioacchino Murat, a tale epoca risale anche l’annessione al Comune delle due frazioni, Castinatelli ed Eremiti.

Futani è un luogo di grande fascino religioso

Il paese si trova nei pressi del Sentiero Sacro, una della tante vie della fede

tracciate tra le rocce del monte Gelbison. Il santuario sommitale della Madonna del Sacro Monte, meta di pellegrinaggi già dal Medioevo, fu fondato agli inizi della

seconda metà del X sec dai Monaci italo-greci. Il periodo dei pellegrinaggi sul

monte Gelbison, va dall’ultima settimana del mese di Maggio alla prima di Ottobre. La cima è meta di fedeli che provengono anche da territori molto lontani, perciò il cammino prevede necessariamente delle tappe, dei punti nei quali riposare o riunirsi per affrontare la scalata al monte. L’ascesa fino a quota 1705m, seppur faticosa dato

il dislivello di 1275m partendo dal centro storico di Futani, risulta comunque accessibile anche a chi non è allenato.

Il viaggio dei pellegrini inizia dalla chiesa di San Marco Evangelista nella quale si conserva un’acquasantiera descritta, nel 1747, dallo storico Antonini. La salita al Monte è anche un percorso storico, naturalistico e antropologico di grande richiamo. Per esempio, i cosiddetti craparizi, ricoveri per gli animali da pascolo che si incontrano durante il tragitto, in località Liepari , realizzati dai pastori con basse murature a secco coperte da strutture lignee, riportano a quella attività pastorizia che caratterizzò il territorio fin da tempi antichissimi. La salita al Monte è anche godimento di odori. Lungo il sentiero la natura regala i profumi dell’origano

selvatico e delle fragoline, del timo, dei giacinti e delle rose canine; mentre l’oro delle ginestre impreziosisce e spezza la splendida monotonia delle verdi filigrane di felci.

Giunti in alto in località Scanno d’Aniello si può ammirare un singolare manufatto di edilizia rurale: una nevèra. Si tratta di un caratteristico pozzo scavato e realizzato sulla sommità del monte Lepre strategicamente posizionato sul versante settentrionale per schivare i raggi solari, dove si raccoglieva la neve nei mesi freddi per utilizzarla durante quelli estivi.

Quanto mai appropriato è il nome dato all’altura che si trova sul cammino del pellegrino o del turista: monte Scuro. La fitta vegetazione vince anche la luce del sole più prepotente; gli alberi e il sottobosco inventano un dedalo naturale, mentre

blocchi conglomerati a forma colonnare si innalzano come a testimoniare che il tempo è anche scultore. Se i pellegrini erano promessi sposi, non potevano sottrarsi al rito della Pietra ‘mpuntillata, che consisteva nella sistemazione di un tronchetto a mo’ di puntello contro una parete rocciosa: era un augurio di stabilità e di durata per il futuro legame matrimoniale. 

L’abbazia di Santa Cecilia si trova nel Parco Nazionale del Cilento e venne costruita nel 1022 da un longobardo di nome Guaimaro. Fu abitata dai monaci benedettini fino al XV secolo, quando tutti i beni vennero confiscati ai monaci e la chiesa abbandonata divenne un rudere. Documenti storici attestano che divenne centro di culto e di preghiera, ma anche mercato settimanale, scuola e farmacia. Per lungo tempo questo luogo fu abbandonato.

Il vescovo Favale si è reso disponibile, anche grazie all’intervento del parroco, don Mario Gagliotta, alla realizzazione dei lavori. Oltre al recupero architettonico dell’abbazia, ad opera dell’architetto Raffaele Rammauro, sono stati compiuti dei lavori di ripristino dello spazio intorno alla struttura.

Chiese

S. Marco Evangelista – Futani

La chiesa di Futani, elevata a parrocchia nel 1856 e dedicata a San Marco Evangelista protettore di Futani. Si tratta di un edificio costruito tra il XVI e il XVII secolo. Conserva una pregevole Madonna delle Grazie in stucco e, fra l’altro, le statue di San Marco, della Madonna del Rosario col Bambino, e di Sant’Antonio, queste ultime di scuola napoletana.

S.Nicola di Bari – Castinatelli

Abbazia di S.Cecilia – Castinatelli

S.Nicola da Tolentino – Eremiti

Cappella di S.Biagio – Eremiti

MENEVAVO FESTIVAL

Nasce a Eremiti, frazione di Futani (SA) un museo multimediale en plain air dedicato al marinaio Francesco Chirico.

Il visitatore potrà ripercorrere tappe e luoghi della vita di Francesco Chirico, nonché scoprire ed apprezzare le bellezze storico-culturali e paesaggistiche del borgo.

Il percorso si contraddistingue per la presenza di un ricco patrimonio culturale e paesaggistico e, pertanto, la passeggiata en plein air è stata pensata per consente a cittadini, turisti e semplici avventori di intraprendere un percorso che, attraverso il recupero della dimensione identitaria del luogo relativa alla storia del marinaio Francesco Chirico, offre anche la possibilità di conoscere e apprezzare liberamente il tessuto storico fatto di monumenti, chiese, punti di interesse e scorci panoramici, oltre alla possibilità di entrare in relazione con gli abitanti del posto.

La storia del marinaio Francesco Chirico viene narrata attraverso vari media, dalla rappresentazione sotto forma di pannello grafico (contenente la riproduzione delle lettere e dei disegni che Francesco Chirico inviava alla famiglia) ai podcast audio fino ai videoclip. Ai contenuti si accede tramite i codici QR presenti sui pannelli installati.

La passeggiata en plein air è adatta a diversi tipi di utenza: si potrà entrare nella storia e seguirla attraverso la sola lettura delle informazioni contenute sui pannelli oppure approfondirla grazie ai contenuti multimediali, esplorare in libertà il borgo e la natura in cui è immerso e concludere lasciando il proprio messaggio presso la tappa finale.

Il fruitore è invitato all’azione (call to action), è invitato a “fare”, a interagire con il museo, non solo a viverne passivamente i contenuti.

Futani  ha origini medievali, come testimoniano le due frazioni Castinatelli ed Eremiti, dalla struttura interna tipica di borgo del Cilento. Ai monaci benedettini si deve l’eremo della contrada Eremiti, dedicato a Santa Cecilia. Dell’antica abbazia, fondata nel 1022, non restano che poche mura dirute. Da vedere a Futani anche la Chiesa di S. Marco, che conserva al suo interno una preziosa urna cineraria risalente ad epoca romana, ora adibita a fonte battesimale.

Sebbene sia un piccolo centro, Futani può vantare una produzione tipica che va ad arricchire l’enorme varietà gastronomica del Cilento. In questa zona è possibile degustare sapori delicati di antiche tradizioni: dai vini come il “Cilento”, all’immancabile olio extravergine di oliva “Cilento D.O.P.”, e ancora la gustosissima treccia dei Cerviati e Centaurino.

Un’importante evento tra le manifestazioni organizzate nel Cilento, è la rassegna “Parchi e Oltre” di Futani, un’appuntamento il cui scopo è quello di promuovere e valorizzare sempre più lo sviluppo delle località inserite nei contesti dei Parchi Nazionali Meridionali.