Grotta e Riparo del Poggio
Grotta e Riparo del Poggio

Grotta e Riparo del Poggio

La Grotta e il riparo del Poggio si trovano subito ad est dell’abitato di Marina di Camerota, sulla strada costiera. Complesso da visitare!

In origine era un’unica e grande caverna costituita da un’enorme sala e da una sorta di tunnel a volta più bassa, che serviva da drenaggio. Un mare pleistocenico, ha eroso un fianco della grotta, facendo crollare la volta della sala. Il fianco rimasto, aggettante, costituisce il Riparo del Poggio.

Come Grotta del Poggio si identifica ciò che resta del “tunnel”, dopo il crollo pleistocenico e dopo lo sbancamento per la costruzione della strada costiera.

Le prime ricerche sul sito , Grotta e Riparo del Poggio, furono ad opera di G. V. Chiappella e P. Parenzan, nel 1956.  Negli anni 1965-69 A, Palma di Cesnola condusse scavi nella Grotta del Poggio, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica di Salerno. Nel Riparo gli scavi, iniziati da A. Palma di Cesnola nel 1968, furono proseguiti negli anni 1970-74.

La serie della Grotta, dello spessore complessivo di oltre 5 metri, inizia alla base con un conglomerato marino. Al di sopra giacciono gli strati del Paleolitico inferiore, costituiti in prevalenza da sabbie e frammenti calcarei a spigoli vivi (liv. 3-13). L’ambiente sembra tendenzialmente freddo, con qualche episodio temperato in corrispondenza dei livelli concrezionati (3, 5 e 9). La fauna comprende, fra gli elementi significativi, Caprini (lbar) e Pachidermi (Elephes, Stephanorhinus), in un’associazione dominata dal Cervo. Cronologicamente, i livelli 3-13 dovrebbero situarsi nello stadio isotopico 6.

L’industria litica ha, come aspetto caratteristico, l’abbondanza di denticolati di piccola taglia, insieme a raschiatoi e punte. Alcuni elementi, come gli incavi clactoniani, gli strumenti a ventre diedro tipo Quinson e qualche punta denticolata, contribuiscono a conferire all’industria un carattere arcaico e taiacoide.

Dagli strati ora visti provengono due reperti di Homo: un molare ed un astragalo. Il livello 2 comprende diversi strati, inizialmente fatti di sabbie e frammenti calcarei, poi di brecce; queste ultime sono arrivate fino al tetto della cavità, ostruendola. Qui il Cervo supera l’80% dei resti faunistici.

L’industria è musteriana, ricca di raschiatoi e ricavata in gran parte da calotte di ciottolo: gli strumenti sono più grandi rispetto ai precedenti, il ritocco è embricato, prossimo ai tipi “Quina’.

Un successivo sifonamento ha riaperto il drenaggio della Grotta, provocando erosione nel livello 2; di questo rimangono delle brecce placcate sul soffitto e in parete, nonché gli orizzonti inferiori, incisi. Sulla superficie erosa giace il livello 1, poco coerente, contenente industria musteriana su scheggia piatta con elementi di tecnica Levallois. Frammisti agli strumenti paleolitici si rinvengono resti di sepolture e ceramiche dell’Età del Bronzo.

La sede dell’attiguo Riparo ha in comune con quella della Grotta la sua parte inferiore: vi è continuità di affioramento fra gli strati bassi delle due successioni. Si inizia dunque con il conglomerato marino, sopra al quale si trovano oltre 15 metri di deposito, sempre con contenuto archeologico, più o meno abbondante. La parte inferiore della serie, fino a tutto il livello 18, equivale all’intervallo 3-13 della Grotta: l’industria raccolta, anche se in poca quantità, concorda con quanto è evidente dalla stratigrafia. Al di sopra iniziano le industrie musteriane, che proseguiranno fino a tutto il livello 9.

I sedimenti sono qui molto diversi da quelli della Grotta, e comprendono in alternanza brecce (16,14 e 11), piroclastiti (15 e 13) e sabbie più o meno cementate (12, 10 e 9). La breccia 16, molto tenace ed arrossata, potrebbe corrispondere allo stadio isotopico 5, mentre i livelli 9 e 10, con sabbie scure e presenza di Cavallo, hanno probabilmente un’età prossima ai 40 Ka BP.

L’industria è molto abbondante in testa alla serie, ed è di tipo musteriano su scheggia piatta, con tecnica Levallois in aumento verso l’alto. Alcuni bulini e grattatoi si aggiungono ai più tipici strumenti musteriani.

La superficie di una profonda erosione mette a contatto il Musteriano con il soprastante Epigravettiano. Di quest’ultimo, presente nel terreno bruno che riempie i vuoti di un crollo di massi, si hanno pochi elementi diagnostici. Solo il livello 3, ricco di Molluschi, ha contenuto sufficiente per un’attribuzione all’Epigravettiano finale, è datato a circa 12 Ka BP.

A chiusura della serie vi è uno strato con frammenti ceramici dell’Età del Bronzo. Grotta e Riparo del Poggio: un vero spettacolo.

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