Confraternite del Cilento Antico e le “Visite ai Sepolcri”
Confraternite del Cilento Antico e le “Visite ai Sepolcri”

Confraternite del Cilento Antico e le “Visite ai Sepolcri”

Le Confraternite del Cilento Antico hanno grande tradizioni. Ed ogni borgo cilentano ha la propria storia da raccontare.

Ma ciò che accumuno gran parte di queste terre è la tradizione delle Confraternite del Cilento con le Visite ai Sepolcri.

Le confraternite religiose partono per rendere visita alle chiese dei villaggi appartenenti allo stesso sistema circolare. Avviene nel venerdì che precede il giorno di pasqua. Questo avviene secondo un’usanza secolare. Ed essa non ha riscontri nella pur ricca tradizione confraternale delle altre regioni europee e mediterranee. L’intreccio circolare di queste processioni in costume e arricchite da canti. Inoltre costituisce un rito collettivo arcaico dal fascino intenso.

La circumambulazione è una delle forme rituali più diffuse nel mediterraneo. E’ praticata dagli ebrei (attorno all’altare), dai musulmani (celebre quella praticata attorno alla Ka’ba alla Mecca). Questi riprendevano tradizioni più antiche. Ma tali rituali sono svolti anche da buddisti, induisti ed altri.

Ripresa dalle pratiche cristiane, essa ricorre nei rituali delle confraternite. Associazioni di laici con fini devozionali ed assistenziali estremamente diffuse nel mondo cattolico. E compare in modalità del tutto originali sulle falde del Monte Stella.

Le confraternite si svilupparono, nel Cilento. Con particolare vigore a partire dal XVI secolo. E la loro diffusione fu capillare al punto che quasi ogni villaggio poté vantarne una o due.

Ancora oggi sono presenti sodalizi di settanta e più confratelli. Praticamente in insediamenti di poche centinaia di abitanti. Essi sono regolarmente presenti nelle occasioni salienti della vita devozionale. E sono culminanti nelle funzioni della liturgia pasquale.

Il Venerdì Santo le Confraternite del Cilento attuano quella che viene chiamata la “visita ai sepolcri”. In sostanza i confratelli si recano in processione dapprima alle chiese dei casali vicini. Poi alla propria. E lo fanno con le insigne e le divise della propria associazione. In queste processioni, secondo un percorso circolare, si fermando in più punti. Inoltre eseguono antichi canti su testi ispirati alla Passione di Cristo.

L’intensità emotiva e l’originalità della forma, che ricalca modelli arcaici, fanno di questi canti polifonici il momento più coinvolgente del rito. La cerimonia interna alla chiesa è simile a quelle che avvengono altrove nello stesso periodo. Ma nel caso delle confraternite del Cilento antico i pellegrinaggi sono effettuati simultaneamente e reciprocamente da ciascuna confraternita alle chiese degli altri paesi del Monte Stella. In modo che, nell’arco di pochi anni, ciascuna comunità renda omaggio al tempio di ogni altro villaggio.

Sovrapponendo le tracce dei percorsi relativi a ciascuna confraternita emerge con grande evidenza un’area comune a tutte, da cui sono esclusi gli altri villaggi, pur vicini non ricadenti sulle falde del monte. La logistica di questi itinerari si configura ciclicianel tempo e circolari nello spazio. Inoltre rivela questo come un grande rito di circumambulazione a scala territoriale. Che traccia anche un magico solco intorno al centro atavico.

Non era quindi un semplice movimento circolare. Ma era la delimitazione di un e vero e proprio recinto sacro per individuare un ambito geografico. E fissare la memoria e l’identità di una comunità policentrica, preservandola dalla dispersione.

Non è ancora certa la causa che spinse in un’epoca imprecisata i confratelli del Cilento Antico a questa cerimonia unica, in scala territoriale. L’ipotesi più suggestiva è che essa cerchi di ricostruire nel rito l’antica unità dei villaggi della Baronia del Cilento. Dissoltasi alla metà del XVI secolo. Mentre le confraternite cominciavano a moltiplicarsi in queste terre.

Le confraternite, o “congreghe”, ancora attive negli ultimi anni nel Cilento antico, sono quelle di Acciaroli, Agnone, Camella. Poi Cannicchio, Capograssi, Cosentini (o della Socia). E ancora Celso, Fornelli, Lustra. Matonti, Mercato Cilento, Montecorice. Ci sono poi Omignano, Ortodonico, Perdifumo. Pollica, Rocca Cilento. E San Giovanni, San Mango, Santa Lucia. Serramezzana, Sessa Cilento, Stella Cilento. Valle e Vatolla. Ma ci sono riscontri anche di altri borghi del Cilento.

Un rituale similare è effettuato nello stesso giorno del Venerdì Santo dalle altre confraternite del Cilento. Come per esempio quella di Ogliastro.

La tradizione descritta in questo articolo è portata avanti tutt’oggi. Il rito è molto atteso e vivo soprattutto in alcuni borghi. In particolare quelli più vicini al Monte Stella. Sicuramente sembrano riti religiosi lontani dal fare attuale. Ma nei borghi cilentani si raccontano episodi e storie inerenti ad essi. Le persone anziane rammentano i loro ricordi. E riferiscono di storie passate.

Talvolta turisti e ospiti del Cilento hanno partecipato a riti religiosi simili. Dai loro occhi si legge la loro meraviglia. Sembrano così diverse dalla vita normale! Ma rappresentano comunque la storia e le usanze della terra cilentana.

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