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Monumenti e chiese a Pisciotta | Cosa Vedere nel cilento | CilentoShop.it
Monumenti e chiese a Pisciotta
Monumenti e chiese a Pisciotta

Monumenti e chiese a Pisciotta

Monumenti e chiese a Pisciotta, prima une breve sintesi delle cose da vedere.

La frazione Rodio nascosta tra le colline interne. Il borgo marinaro di Marina di Pisciotta col suo porticciolo.

Poi le chiese: La Chiesa Madre intitolata ai SS. Pietro e Paolo, Madonna del Carmine, Madonna dell’Assunta. Il centro storico, coi caratteristici vicoletti e i palazzi baronali e marchesali. La natura incontaminata con sentieri che immergono nella natura incontaminata. Nondimeno i prodotti tipici locali. I più importanti l’olio e le alici di menaica.

E allora vediamo Monumenti e chiese a Pisciotta.

CHIESA SS. APOSTOLI PIETRO E PAOLO

E’ la Chiesa madre di Pisciotta. Dedicata ai SS. Apostoli Pietro e Paolo. Essa sorge su un sito che, in tempi remoti, apparteneva alla nobile Famiglia Langellotti.

La prima notizia della Chiesa è del 1300. Infatti, in uno scritto riportato nella Enciclopedia UTET alla voce “Pisciotta”, si legge di una “Ecclesia Sancti Petri de Castro Pisceti”. Chiesa antichissima, quindi, ed edificata sui resti di altre due chiese preesistennti.

Infatti le tracce del primo edificio sacro sono visibili nel vicolo Praiano. Dove si può ammirare la facciata della antica chiesa, originariamente di stile romanico.

La Chiesa di Pisciotta, per come è dato desumere dalle visite pastorali minuziosamente descritte da Pietro Ebner nel suo libro “Chiesa, Baroni e Popoli del Cilento”, era ampia e spaziosa. E con diversi altari laterali di juspatronato appartenuti alle famiglie gentilizie più importanti del paese.

Tra il 1716 e il 1731 la Chiesa viene ampliata in lunghezza. Tant’è che la cappella dell’Addolorata o delle Anime del Purgatorio, precedentemente staccata, ne diviene parte integrante. Ulteriore ampliamento la Chiesa subisce negli anni che vanno dal 1731 al 1746. Vengono, infatti, aggiunti due ambulacri laterali. Ed è costruita la copertura a botte, con il rifacimento del presbiterio e del coro.

Alla Chiesa, di pregevole fattura, si accede attraverso una porta sufficientemente larga che immette nella navata centrale, coperta a botte. La luce penetra da ampi finestroni che si aprono al di sopra del cornicione interno e si inseriscono nella botte con delle lunette. Alla navata centrale si affiancano due ambulacri laterali, all’interno dei quali sono ubicate le cappelle di juspatronato. La navata è collegata con gli ambulacri per mezzo di archi che si elevano su grandi pilastri rettangolari.

Per rendere più armonico il contesto, ornamenti in gesso, quali cornici e festoni, insistono sui pilastri. Sui quali, peraltro, sono state costruite anche due doppie lesene. L’abside, a forma semicircolare, chiude la navata centrale e delimita un ampio presbiterio. La copertura dell’abside, a quarti di sfera, poi forma il catino. Infine l’innesto della navata centrale con l’abside forma, a sua volta, un grande arco trionfale.

Chiesa dei Santissimi Pietro e Paolo a Pisciotta. Vediamo qualche altro dettaglio.

Negli ambulacri laterali, come detto, insistono le varie Cappelle di cui erano titolari le famiglie più nobili ed in vista del paese. Alla destra della porta centrale di ingresso insiste la Cappella del Monte dei Morti. Che, fino all’editto di Napoleone, era il Cimitero superiore del paese. La cappella è coperta con lamia a botte in pietrisco, a sesto molto ribassato. In stile barocco, la cappella è raccordata con la navata centrale in quanto posta non in posizione perpendicolare bensì obliqua con l’asse della navata stessa.

Nella cappella si può ammirare un altare in marmo policromo nel quale sono rappresentate le anime che espiano le loro colpe. Sopra il tabernacolo, che rappresenta un bassorilievo dell’Ultima Cena, è posta la bellissima statua lignea della “Madonna dei Sette Dolori” del secolo XVIII. In particolare nelle nicchie laterali possiamo rinvenire le statue di S. Biagio, in legno policromo del XVI secolo, e di S. Antonio da Padova, in legno, del secolo XIX.

PALAZZO LANCELLOTTI. È dotato di un ampio portale, costruito nel ’600.

CAPPELLA DELLA MERCEDE. La cappella fu fondata nel 1728 e vi si può ammirare un piccolo presepe napoletano settecentesco.

PALAZZO CIACCIO. Di notevole interesse è l’imponente Palazzo Ciaccio, con nucleo principale del 1600. In esso si notano ampliamenti e rifacimenti di epoche successive.

Monumenti e chiese a Pisciotta. C’è ancora dell’altro!

RESTI CONVENTO DEI MINORI OSSERVANTI. Il convento fu fondato da Giovanni d’Aragona. Nel periodo napoleonico venne requisito dalle autorità militari per ospitare le guarnigioni. Sulle sue vestigia è stata costruita la Scuola Media. E restano visibili la torre campanaria e la passeggiata coperta, della quale si conservano solo una serie di archi e i muri di cinta.

CAPPELLA S. MARIA DELLA STELLA. Caratteristica piccola cappella. Si presenta in tardo stile barocco, con copertura a botte, a sesto ribassato.

PALAZZO VETERE. Venne costruito alla fine del ’600. In esso è conservata una tela del ’700, raffigurante una Madonna con il Bambino e il S. Giovannino.

CAPPELLA DEL CARMINE. La cappella è nominata per la prima volta nel 1580, con forma rettangolare e un arco trionfale che separa il presbiterio dall’aula.

FONTANA MURAT PALAZZO DEI BARONI (frazione Rodio). Importante complesso con torre quadrata e statue in pietra di abbellimento della facciata, raffiguranti teste di animale e umane.

Monumenti e chiese a Pisciotta. Qualche ultima cenno!

TORRI COSTIERE.
Nel 1554 Don Sancio Martinez de Leyna, capitano generale delle Galee del Regno, acquista per 17.000 ducati il Feudo di Pisciotta. Insieme a quelli di Palinuro e della Molpa. Il nuovo Feudatario trova un paese povero, senza risorse. In particolare anche una terra di fronte a paesi ridotti allo stremo. Perennemente esposti al pericolo incombente di scorrerie sanguinose e devastanti. La prima iniziativa che assume Don Sancio – conformemente ai pregressi ordini impartiti prima da Viceré di Napoli don Pietro di Toledo negli anni 1532 e 1539 e, poi, nel 1563 dal successore Don Parafan de Ribera, Duca d’Alcalà – è quella di munire il territorio costiero di torri di avvistamento. Dalle quali poter scorgere le fuste dei Saraceni. E nondimeno segnalare, con l’accensione di fuochi notturni e diurni, il pericolo. E permettere conseguentemente l’organizzazione delle opportune difese.

PALAZZO MARCHESALE. Il palazzo marchesale fu costruito antecedentemente al 1600 di proprietà della famiglia Pappacoda. Possiede un portale in pietra.

CAPPELLA S. MICHELE ARCANGELO. Venne costruita nel 1731 con organo a canne del 1743.

PALAZZO FRANCIA. Costruito nella seconda metà del ’700.

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