Le Paludi del Cilento
Le Paludi del Cilento

Le Paludi del Cilento

Le pianure nelle quali c’è abbondanza di acque sono le più fertili. E possedervi un buon appezzamento di terreno è una fortuna. Per questo le Paludi del Cilento hanno rappresentato una grande potenzialità per il territorio, spesso espressa nel tempo.

Ma quando si determinano lunghi periodi di crisi politica ed economica, e le acque non vengono debitamente incanalate e sorvegliate, capita spesso che esse si trasformino in un grosso danno. Generando così paludi, malaria e spopolamento.

Ciò è avvenuto, in passato, nelle pianure della provincia di Salerno. E in particolare in quelle del Sele e del Cilento, nelle quali era fiorita la potenza di Paestum. Con la generale regressione che si ebbe nei secoli tra la fine del mondo antico e l’inizio del Medioevo, le campagne divennero a poco a poco acquitrini malsani. Che i pochi superstiti abitanti pensarono di sfruttare in qualche modo, allevandovi degli animali che potessero tollerare o addirittura gradire quell’ambiente. Così le bufale, che amano immergersi negli stagni fangosi e che si contentano di un pascolo povero, divennero un elemento fondamentale nella modesta vita della piana. E costituiscono addirittura una parte caratterizzante del paesaggio.

Quando, nel XVIII secolo, con l’interesse che si era acceso per i templi di Paestum, cominciarono ad arrivare visitatori da tutta l’Europa, uno degli spettacoli che più li colpiva e di cui più parlavano erano questi animali enormi. Neri e selvatici. Che pascolavano fin sotto i templi.

In realtà, si trattava di bestie intelligenti. Anche curiose per natura. Un po’ ombrose verso gli sconosciuti. Ma docili con i guardiani, che usavano chiamarle ad una ad una, gridando con voce ritmata i nomi pittoreschi che a ciascuna avevano attribuito.

Un viaggiatore della fine del ‘700 narra di un bufalo meravigliosamente ammaestrato. Ogni settimana, lasciando il pascolo, si presentava sul Sele nel giorno e nell’ora dell’arrivo del corriere, per portare sulla groppa l’uomo e il suo bagaglio dall’altra parte dei fiume.

Già allora dal latte bianchissimo e sostanzioso delle bufale si usava ricavare le tipiche mozzarelle. Ed erano molto apprezzate anche dagli stranieri. Sappiamo di un Inglese che volle farle assaggiare in patria (coi mezzi di trasporto di quei tempi!). Tanto gli parvero gustose. Lisce, rotonde e grosse com’erano, sembravano “uova di bufalo”. E così le troviamo definite da un altro Inglese.

Oggi le paludi e la malaria sona completamente debellate. Sopravvive invece l’allevamento delle bufale. Che però viene condotto con moderni sistemi completamente diversi da quelli del passato. Nel territorio di Capaccio-Paestum in particolare, nelle vecchie paludi del Cilento laddove si stentava, sono nate e si sono consolidate molte attività di allevamento che producono prodotti tipici di altissima qualità. Con tali prodotti si sono sviluppati un grande indotto e notevoli canali di vendita.

Le mozzarelle di questa zona sono diventate e riconosciute un vanto per tutto il Cilento, come anche il Cacioricotta, il Pecorino, il Caciocavallo podolico. Provare per credere!!!

Il Cilento è caratterizzato da un territorio variegato. Oltre le paludi del Cilento si apprezza anche altro: montagne, fiumi, colline, pianure, costeboschisorgenti.

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